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GAL Oglio Po » L’Oglio Po su Bell’Italia

Bell’Italia, una delle principali riviste italiane dedicate ai viaggi, ha pubblicato nel mese di gennaio 2023 un ampio articolo dedicato alla gastronomia dell’Oglio Po. 

Nei mesi scorsi il GAL Oglio Po nell’ambito del progetto Destinazioni Rurali ha invitato diversi giornalisti e blogger ad esplorare questa parte d’Italia ancora poco conosciuta per sperimentare le sue straordinarie opportunità turistiche.

Silvia Frau, giornalista di Bell’Italia per la quale cura la rubrica enogastronomica Buona Italia, ha subito accettato l’invito. Il Destination Manager e l’addetta stampa del GAL Oglio Po le hanno illustrato le tantissime eccellenze dell’Oglio Po: dai prodotti IGP, alla ristorazione, dalle pasticcerie ai piccoli produttori locali. La giornalista ha quindi effettuato una cernita e nel mese di novembre ha dedicato due giorni al territorio dell’Oglio Po.

Durante il viaggio, Silvia Frau ha potuto conoscere tutto ciò che l’Oglio Po ha da offrire, dalle famose specialità gastronomiche ai siti storici splendidamente conservati. Ha visitato alcuni dei luoghi più amati della zona, come la Trattoria dell’Alba a Piadena, Palazzo Quaranta e il Caffè La Crepa a Isola Dovarese, la Trattoria Croce Bianca ad Ostiano dove ha assaggiato piatti tradizionali preparati con ingredienti di provenienza locale.

Ma ha anche incontrato realtà meno conosciute che tuttavia caratterizzano il ricco tessuto enogastronomico del territorio, come la Macellaria Zani di Canneto, scelta come fornitore anche dal Ristorante Il Pescatore di Nadia Santini, e la Macelleria Ganda di Tornata dove si producono i salumi in maniera ancora artigianale. Tanti dolci unici scoperti nella Pasticceria Dolce Follia di Calvatone e Atena di Sabbioneta, così prodotti da forno dimenticati dal tempo come il Luadel della Panetteria Il Cesto di Pomponesco.

Non potevano mancare storie di mostarde, trovate da Statale 343 di Canneto sull’Oglio, e di vita, con Stefania Ambrogio e i suoi Formaggi dell’ostetrica a Pessina Cremonese. Pur non conosciuta per una vocazione vitivinicola, nell’Oglio Po esistono realtà interessanti, come le Cantine Caleffi, dove la giornalista ha potuto assaggiare i lambruschi artigianali. 

Il risultato di questa due giorni sul territorio è stato un articolo che è una testimonianza della bellezza e della cultura dell’Oglio Po, che può essere vissuta attraverso la sua cucina, la sua architettura e la sua ospitalità. È un invito a scoprire tutto ciò che questa gemma nascosta dell’Italia ha da offrire.

Il GAL Oglio Po proseguirà la sua azione di promozione del territorio e si augura che questo articolo contribuisca ad accendere l’attenzione sulle tante potenzialità di quest’area.

 

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Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale:
l’ Europa investe nelle zone rurali

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